Il nostro corpo è un’antologia delle pratiche in cui ci impegniamo nella vita. Se le pratiche vengono perseguite per un tempo sufficiente esse si incarnano in noi. Noi diventiamo quel che facciamo. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Ciò che pratichiamo si incarna e si declina in convinzioni, credenze, storie, stati d’animo, emozioni, abitudini, posture, tic.
Siamo sempre impegnati in qualcosa. L’ambiente ci invia costantemente degli stimoli, che noi integriamo per preservare la nostra omeostasi e l’adattamento ad esso. Vi è un influsso reciproco tra noi e l’ambiente: così come esso ci invita a reagire, allo stesso modo questo forgia la nostra visione del mondo, che a sua volta da’ forma a come il mondo ci vede. Il modo in cui ci comportiamo è un riflesso diretto di ciò che pratichiamo.
La trasformazione accade quando ci immergiamo in nuove pratiche. Si può parlare di vero e proprio “coaching somatico”, come insegna Richard Strozzi Heckler, quando incarniamo nuove abilità, competenze, modi d’essere, che sono rilevanti rispetto ai nostri impegni attuali e alla visione che abbiamo del mondo.
Le pratiche ci aiutano a dare una forma nuova a noi stessi, che ci consente di essere più presenti, aperti, connessi. Senza pratiche sincere, fondate, radicate, le nostre intenzioni di cambiamento restano pure e semplici idee mentali.
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